NAVIGAZIONE NEI PORTI, NEI CANALI E NELLA SEPARAZIONE DEL TRAFFICO

17 Mar , 2025 - Nautica,Regolamentazioni nautiche

NAVIGAZIONE NEI PORTI, NEI CANALI E NELLA SEPARAZIONE DEL TRAFFICO

Strutture Portuali e Funzione dei Canali

Le strutture portuali rivestono un ruolo cruciale nella navigazione marittima, fungendo da punto di accesso fondamentale per il trasporto di merci e passeggeri. La progettazione di un porto prevede l’integrazione di diverse attrezzature e tipologie di ormeggio, che garantiscono l’efficienza delle operazioni portuali. I moli e i terminal, ad esempio, devono essere strategicamente posizionati per ottimizzare il flusso di entrata e uscita delle imbarcazioni. I porti moderni possono includere darsene, che offrono una protezione aggiuntiva alle navi e un facile accesso alle strutture di carico e scarico.

I canali navigabili, d’altra parte, rappresentano un’altra componente essenziale della rete di trasporto marittimo. Queste vie d’acqua artificiali o naturali facilitano la connessione tra mari e fiumi, permettendo il passaggio delle imbarcazioni attraverso terreni altrimenti inaccessibili. La loro progettazione deve considerare vari fattori, tra cui la larghezza e la profondità, per garantire che le navi possano transitare senza rischi. Inoltre, i canali devono essere mantenuti costantemente per prevenire l’accumulo di sedimenti, che potrebbe ostacolare la navigabilità. In questo contesto, l’influenza delle correnti e delle maree è fondamentale, in quanto questi elementi naturali possono variare il livello delle acque e influenzare la sicurezza della navigazione.

Inoltre, la gestione delle strutture portuali e dei canali navigabili deve prendere in considerazione la sicurezza della navigazione. Procedure di monitoraggio e allerta sono necessarie per minimizzare i rischi di incidenti, specialmente in zone ad alta densità di traffico. È quindi evidente che le strutture portuali e i canali non solo supportano il trasporto, ma sono anche essenziali per garantire un passaggio sicuro e regolare delle imbarcazioni nei vari contesti marittimi.

Sistemi di Separazione del Traffico Marittimo

I sistemi di separazione del traffico marittimo (TSS) sono strumenti cruciali per migliorare la sicurezza e l’efficienza nella navigazione marittima. Questi sistemi sono progettati per organizzare le rotte delle navi, garantendo così un flusso regolare e ordinato delle imbarcazioni nelle acque congestionate, come porti e canali. L’implementazione di un TSS consente di mitigare i rischi di collisione, uno dei pericoli più rilevanti nella navigazione. Attraverso l’uso di rotte a senso unico e zone di incrocio ben definite, le autorità marittime possono dirigere il traffico in modo efficiente, evitando situazioni di conflitto.

I TSS si basano su delicate regolazioni delle traiettorie delle navi, con lo scopo di garantire che ogni imbarcazione possa transitare in sicurezza, senza interferire con le rotta delle altre. Inoltre, il rispetto delle zone di incrocio, dove è consentito il passaggio di navi provenienti in direzioni opposte, è essenziale per mantenere un equilibrio tra le necessità operative e la sicurezza. Queste zone sono comunque soggette a regole specifiche per garantire il passaggio senza incidenti.

Un altro aspetto fondamentale dei sistemi di separazione del traffico marittimo è la promozione della collaborazione tra le navi. I TSS incoraggiano una navigazione preventiva, in cui i comandanti delle imbarcazioni sono sempre informati delle condizioni di traffico e possono prendere decisioni più consapevoli. Questo approccio collaborativo non solo migliora la sicurezza ma ottimizza anche la gestione del traffico, riducendo i tempi di attesa e migliorando l’efficienza generale nei porti e nei canali.

Canali stretti

  • Una nave che naviga lungo un canale stretto deve, quando ciò è possibile, mantenersi vicino al limite di destra rispetto la propria rotta;
  • Un’imbarcazione di lunghezza inferiore a 20 metri o una barca a vela non devono ostacolare una nave che può navigare in sicurezza solo in tale canale stretto;
  • Una nave intenta alla pesca non deve ostacolare il transito alle altre navi che navigano entro un canale stretto;
  • Ogni nave deve, qualora le circostanze lo permettono, evitare di ancorarsi in un canale stretto.

La separazione del traffico

Nelle zone di mare ad intenso flusso, dove è prevista la separazione del traffico, ogni imbarcazione deve ottemperare alla seguenti regola:

  • Procedere nell’apposita corsia di traffico nella direzione generale di navigazione per quella corsia;
  • tenersi distaccata, se possibile, dalla zona di separazione del traffico;
  • in linea generale inserirsi o lasciare una corsia di traffico alla sua estremità, ma, se questo non è possibile è opportuno entrare o uscire seguendo una rotta che ha un piccolo angolo rispetto alla direzione di flusso di traffico.

La regola dispone anche che si debba attraversare la linea di traffico con una rotta ortogonale alla stessa (quando possibile). Dispone inoltre che:

  • le imbarcazioni intente a pescare non devono intralciare il passaggio delle navi che seguono la corsia del traffico;
  • una barca di lunghezza inferiore a 20 metri o una barca a vela non deve intralciare il passaggio di una nave a propulsione meccanica che segue una corsia di traffico.

La navigazione nei porti

Le regole sopra elencate sono valide anche nelle infrastrutture portuali purché non ostacolino le disposizioni speciali emanate dalle autorità marittime competenti.

In tutti i porti sono comunque valide, salvo disposizioni contrarie, le seguenti norme:

  • la nave in entrata deve dare precedenza alle navi in uscita ;
  • nell’ingaggiare l’entrata o l’uscita le imbarcazioni devono mantenersi a dritta dell’asse di entrata;
  • le barche che manovrano in porto devono utilizzare i segnali specifici;
  • le imbarcazioni non devono ostacolare le navi di grandezza superiore le cui manovre possono avere delle limitazioni dovute al pescaggio ed alle dimensioni;
  • nei porti si deve mantenere, se non diversamente prescritto, una velocità inferiore ai 6 nodi.

Segnalamenti marittimi

Con questo espressione vengono raggruppati tutti i segnali ottici, acustici e radioelettrici atti ad agevolare la navigazione costiera soprattutto in acque dense di pericoli.

Segnalamenti ottici

Sono segnalamenti notturni che emettono luce fissa o ad intermittenza o segnali indicatori diurni senza luce e comprendono:

  • Fari: sono segnali visibili a grande distanza, posti su torri o costruzioni, spesso colorati;
  • Fanali: segnali luminosi visibili a piccola distanza che indicano imboccature dei porti e canali. Possono anche essere posti su delle barche ancorate, i battelli-fanale;
  • Mede: costruzioni fisse che indicano bassifondi o scogli affioranti;
  • Boe: strutture galleggiante ancorate con la stessa funzione delle mede;
  • Dromi: piccole costruzioni a terra che facilitano il riconoscimento della costa.

Le caratteristiche delle luci dei fanali sono:

  • Colore:
  • bianco: per quasi tutti i fanali e fari;
  • verde: per indicare il lato dx dell’imboccatura di entrata dei porti o il limite destro della navigazione dei canali;
  • rosso: per indicare il lato sx dell’imboccatura di entrata dei porti o il limite sinistro della navigazione dei canali;
  • arancione: per indicare particolari punti.
  • Tipo di luce:
  • fissa: senza variazione di intensità
  • intermittente: quando la luce è intervallata con periodi di eclisse di durata inferiore a quella della luce;
  • isofase: quando la durata della luce è uguale a quella dell’eclissi;
  • a lampi: quando la luce è intervallata con periodi di eclisse di durata superiore a quella della luce;
  • a lampi lunghi: quando la durata dei lampi è superiore a 2 secondi;
  • scintillante: quando i lampi, con durata inferiore a 0.5 secondi, si succedono con rapidità.

Segnalamenti acustici

Sono generalmente usati come segnali da nebbia o posizionati su boe o mede nei porti, nei canali o in punti di particolare pericolo. Generalmente sono delle campane azionate dal moto ondoso oppure sono nautofoni azionati elettricamente ed udibili fino a 3-5 miglia.

Segnalamenti radioelettrici

Sono radiofari circolari in VHF rilevabili dai radiogoniometri a distanza di 30-40 miglia.


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